Zecche
Cosa sono le zecche?
Le zecche sono piccoli parassiti simili a ragni e sono ampiamente diffuse in molti ambienti naturali. La zecca dei boschi è scura e molto piccola, difficile da vedere.
Per sopravvivere e riprodursi, le zecche sono obbligate a nutrirsi di sangue: necessità che le spinge ad aggredire indifferentemente gli animali e l’uomo. Il morso è indolore, ma può costituire un’insidia per la salute.
Dove e quando si incontrano?
Le zecche popolano abitualmente gli ambienti naturali, sostando nell’erba e tra il fogliame. Prediligono gli ambienti umidi e ombreggiati, in particolare i boschi e i loro margini, solitamente a quote inferiori ai 1500 metri. Molto spesso stanziano nei prati incolti, ai bordi dei sentieri e nelle aree di passaggio di animali selvatici.
Negli ultimi anni la loro presenza è stata segnalata anche in molte aree rurali e urbane. Nella nostra regione le zecche sono presenti tutto l’anno, ma sono particolarmente abbondanti dalla primavera all’autunno.
Come evitare le punture di zecca?
Misure preventive individuali:
- indossare un abbigliamento appropriato, di colore chiaro (che rende più evidente la presenza delle zecche), in grado di coprire quanto più possibile il corpo (pantaloni lunghi infilati nei calzettoni e camicia a maniche lunghe infilata nei pantaloni) e proteggere i piedi con scarpe alte sulle caviglie
- evitare di sedersi sull'erba, percorrere sentieri ben battuti, evitando luoghi con erbe alte
- esistono in commercio repellenti per insetti (DEET, N-dietiltoluamide, icaridina, permetrina) e prodotti piretroidi da spruzzare sugli abiti (non sulla pelle!).
Al rientro è indispensabile:
- procedere ad un ricambio degli indumenti e un’ispezione del vestiario
- fare una doccia
- ispezionare la pelle ricercando eventuali zecche (particolare attenzione ad ascelle, inguine, cuoio capelluto): farsi aiutare da un'altra persona, soprattutto per le zone difficilmente ispezionabili (testa, schiena)
- lavare gli abiti, che possono essere lavati assieme con il normale bucato.
Interventi sull’ambiente:
- incendi controllati o diserbanti associati a pesticidi
- barriere di ghiaia o corteccia vicino all’area contaminata, sfalciare con regolarità i prati, utilizzare disinfestanti adeguati
- barriere fisiche per i principali ospiti delle zecche (caprioli, ecc.)
- ispezionare frequentemente gli animali domestici.
Rimozione della zecca
La rimozione tempestiva delle zecche riduce il rischio di contrarre alcune infezioni trasmesse da zecca.
Per la rimozione non è necessario rivolgersi al pronto soccorso, ma bisogna rispettare una serie di accortezze:
- per asportare correttamente la zecca è necessario proteggere le mani con dei guanti
- evitare metodi impropri, quali applicazione di caldo (spilli/aghi arroventati, fiammiferi appena spenti) o sostanze che inducono un riflesso di rigurgito massivo da parte della zecca, quali oli e solventi
- evitare di schiacciare il corpo, in quanto la pressione potrebbe provocare un riflesso di rigurgito da parte della zecca
- esistono in commercio pinzette di diverse fogge specifiche per la rimozione delle zecche che non comprimono la zecca, ma la staccano dolcemente
- a estrazione avvenuta, deve seguire una accurata disinfezione: sebbene l’utilizzo di acqua e sapone sia spesso sufficiente è comunque consigliato l’utilizzo di disinfettante. Non usare disinfettanti che colorano la cute (ad es. tintura di iodio), perché potrebbero mascherare eventuali lesioni della pelle che accompagnano l’eventuale comparsa di borreliosi
- dopo la rimozione effettuare la profilassi antitetanica, se il soggetto non risultasse già immunizzato
- annotare la data di rimozione e osservare la comparsa di eventuali segni di infezione nei successivi 30-40 giorni
- approfondire solo in presenza di sintomi suggestivi (arrossamenti, febbre, stanchezza, dolori muscolari e articolari, etc).
Le zecche sono pericolose?
Sì, possono esserlo: quella più pericolosa per l’uomo è la zecca dei boschi (Ixodes ricinus). Durante il pasto possono contagiare l’uomo trasmettendo diversi agenti infettivi (batteri, virus, etc.) responsabili di malattie anche complesse, talora serie, non sempre facili da riconoscere.
Nella nostra regione sono responsabili della trasmissione della Borrelia Burgdorferi (causa della malattia di Lyme) e del virus della meningoencefalite da zecca (TBE).
La malattia di Lyme
La malattia di Lyme (il nome deriva dall'omonima cittadina americana dove fu descritto il primo caso nel 1975) è un’infezione batterica che colpisce prevalentemente la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni. Può manifestarsi con sintomi talora gravi, persistenti e, se non curata, assume un decorso cronico.
A causarla è un batterio della famiglia delle spirochete, di cui sono serbatoi naturali i topi del bosco. Altri animali selvatici (lepri, volpi, ungulati, rettili e uccelli) possono occasionalmente ospitare il batterio e contribuire alla sua diffusione.
Le zecche (specialmente del genere Ixodes) sono il principale vettore della malattia.
L’infezione da Borrelia inizia più frequentemente con un arrossamento della pelle localizzato nella zona del morso. La lesione compare mediamente a distanza di circa due settimane (da 7 a 30 giorni) e tende lentamente a ingrandirsi progressivamente; per questo motivo è chiamata eritema migrante.
In alcuni casi la malattia può esordire con inusuale stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni, mal di testa, difficoltà di concentrazione, paralisi del nervo facciale. Se non curata in questa fase, la malattia può progredire e cronicizzare causando seri danni alle articolazioni, al sistema nervoso, al cuore e ad altri organi.
Dopo la prima localizzazione nella pelle, il batterio trasmesso dalla zecca può diffondersi in qualsiasi parte del corpo e coinvolgere:
- le articolazioni (artriti)
- il sistema nervoso (meningiti, neuriti dei nervi cranici, difficoltà motorie e perdita sensibilità agli arti)
- altri organi interni (cuore, occhio, fegato, reni con disturbi di varia entità).
Se lasciata progredire l'infezione cronicizza e, dopo un periodo di anni, può determinare esiti permanenti.
Come si cura la malattia di Lyme?
La malattia di Lyme può essere trattata in modo efficace con l’assunzione di antibiotici nelle dosi, con le modalità e per i tempi prescritti dal medico. Una terapia corretta, iniziata tempestivamente, è in grado di stroncare l’infezione e di evitarne le complicanze. L'infezione non dà luogo allo sviluppo di immunità specifica: un paziente trattato e guarito si riammalerà se punto nuovamente da una zecca infetta.
Negli USA da poco sono disponibili vaccini contro la Borreliosi di Lyme che sono efficaci e sicuri in persone tra i 15 e i 70 anni residenti in zone endemiche, ma non si conosce ancora la durata dell’immunità conferita. Questi vaccini tuttavia non sono attualmente utilizzabili in Italia e in Europa, dal momento che negli USA è presente solo l’agente patogeno di tipo B, mentre in Europa sono presenti tutte le genospecie di Borrelie, che sono distinte tra loro dal punto di vista antigenico.
La meningoencefalite da zecca (TBE)
La meningoencefalite da zecca o TBE (Tick Borne Encephalitis) è una malattia di natura virale che può colpire il sistema nervoso centrale e/o periferico. Questa malattia può avere un decorso serio e potenzialmente grave.
Solitamente l’esordio è simile a quello dell’influenza: compaiono febbre, mal di testa e dolori muscolari a distanza di 7-14 giorni dal morso di zecca.
Nel 20-30% del casi, dopo alcune settimane di miglioramento può ricomparire febbre molto elevata, mal di testa, dolore alla schiena, perdita di sensibilità e paralisi agli arti, confusione mentale.
Le manifestazioni più gravi rendono necessario il ricovero in ospedale e richiedono una lunga convalescenza. In taluni casi la malattia può avere conseguenze permanenti e invalidanti.
Prevenzione e cura
Esiste una cura specifica per la TBE?
No, non esiste una terapia specifica.
La TBE si può prevenire?
Si, attraverso la vaccinazione. Poiché non esiste una cura per la TBE, il miglior modo per prevenirla è la vaccinazione, consigliata a chi vive, lavora o frequenta abitualmente le zone a rischio per tale infezione.
II ciclo vaccinale prevede la somministrazione di 3 dosi, per via intramuscolare, da effettuare nell’arco di un anno (seguendo una precisa schedula vaccinale), ed è previsto successivamente un unico richiamo dopo 3-5 anni per prolungare la protezione. La protezione contro il virus della TBE comincia a formarsi solo dopo la 2° dose.
II vaccino anti-TBE è offerto gratuitamente a tutti i residenti nella Regione FVG dal 1 gennaio 2013 (Delibera Regionale n.1311 del 25/7/2012) presso gli ambulatori vaccinali dell’Azienda per l'Assistenza Sanitaria.
Per prenotare la vaccinazione, rivolgersi all'Ufficio Sanitario del Distretto di appartenenza.
Il periodo migliore per avviare il ciclo vaccinale è l’autunno/inverno, in modo che il soggetto sia ben protetto nel periodo di massima attività delle zecche e di incidenza di TBE.